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domenica, Settembre 8, 2024

Liberi dall’amianto si può e si deve in tempi di pandemia

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Quando la pandemia di coronavirus domina i titoli dei giornali, è facile dimenticare che ad oggi migliaia di persone continuano ad ammalarsi e a morire di amianto.

Oltretutto, la pandemia di coronavirus aggrava ulteriormente le condizioni di salute dei malati di patologie asbesto correlate, interessando un particolare gli organi respiratori (già compromessi soprattutto nel caso di mesotelioma pleurico polmonare).

Giornata mondiale delle vittime dell’amianto

Per non dimenticare e mantenere sempre alta l’attenzione su quella che è una vera e propria “guerra”, il 28 aprile del 2006 è stata istituita la “Giornata in ricordo delle vittime dell’amianto”.

Quest’anno, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza della pandemia COVID-19, non vi saranno celebrazioni e cerimonie pubbliche, ma non per questo intendiamo abbassare il livello di guardia, anche in tempi di pandemia da Covid 19.

Amianto: un pericolo che non conosce pause

L’amianto, nonostante sia stato vietato con una legge dello Stato (la 257 del ’92) è difatti ancora presente in larga scala su tutto il territorio e a causa dei lunghi tempi di latenza, porterà ancora numerosi lutti, con un picco di decessi che toccherà l’apice intorno al quinquennio 2025-2030.

L’amianto è una di quelle sostanze- e non ce ne sono molte – per le quali l’unica quantità sicura è zero, eppure ad oggi non solo c’è un livello incredibilmente basso di consapevolezza sui rischi scaturiti dal pericoloso killer, ma non si è neppure in grado di affrontare le violazioni della salute ad esso legate, sebbene i problemi di sicurezza siano così gravi che dovrebbero avere la priorità.

E’ un minerale, le cui caratteristiche, già presenti in natura, sono le stesse che poi determinano l’innesco della cancerogenesi. 

Fino a quando il minerale permane nel cuore della montagna, è innocuo. E’ stato l’uomo a renderlo letale nel momento in cui lo estrae per impiegarlo in oltre 3.000 prodotti di uso comune a diretto contatto con la popolazione. Purtroppo, ancora oggi la fibra di amianto continua ad uccidere, perché il nostro Paese è ancora pieno di amianto.

A tal proposito ricordiamo il monito dell’OMS, secondo cui ancora oggi nel mondo sono circa 125 milioni i lavoratori esposti alla fibra killer (cifre per altro sottostimate). In aggiunta, nel nostro Paese la bonifica delle costruzioni contenenti amianto procede molto a rilento.

I numeri parlano di circa 6mila vittime all’anno: 3600 per tumore polmonare, 600 per asbestosi, 1800 per mesotelioma, un tipo di cancro molto aggressivo che colpisce la pleura e altre membrane.

Anche i dati di Legambiente non sono confortanti

Il dossier “Liberi dall’amianto?” redatto sulla base delle risposte date dalle Regioni (15 su 21) al questionario inviato, evidenzia che sul territorio nazionale ci sono 370mila strutture contenenti amianto, censite al 2018 dalle Regioni per un totale di quasi 58milioni di metri quadrati di coperture in cemento amianto.

Come accennato, i dati seppur impressionanti si riferiscono solamente ai siti censiti, e sono tanti a pensare, soprattutto l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che una quantità ancor maggiore sia presente in strutture nelle quali il controllo non è stato neppure effettuato.

Ciò significa che dobbiamo continuare a parlare di amianto e della strage silenziosa che ha prodotto il suo utilizzo indiscriminato contro l’umanità, in nome del profitto e del progresso.

Un coraggioso combattente: Antonio Dal Cin

Per farlo abbiamo interpellato un personaggio assai noto e di conseguenza “scomodo”, che da anni si batte con fortissimo senso di abnegazione a nome di tutte le vittime di amianto. Parliamo di Antonio Dal Cin, militare della Gdf in congedo, che ha contratto l’asbestosi a causa dell’esposizione prolungata alle fibre durante lo svolgimento delle sue mansioni lavorative.

Dal Cin è assistito nella sua battaglia dal legale Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), uno dei più strenui difensori del benessere dei lavoratori al di sopra degli interessi speculativi di sorta.

In occasione della ricorrenza, Antonio Dal Cin scrive delle parole vibranti che ci inducono alla riflessione:

“28 aprile 2020 giornata mondiale delle vittime dell’amianto.

Un giorno non lontano, il mondo intero sarà costretto ad ammettere che la strage silenziosa dell’amianto è uno dei più grandi crimini commessi contro l’umanità in nome del profitto e del progresso, perpetrato e reiterato dalla lobby con piena e lucida consapevolezza, grazie alla connivenza dei governi che ne hanno favorito l’utilizzo in modo indiscriminato e ne hanno ritardato la messa al bando, nonostante la pericolosità per la salute dell’uomo è già nota agli inizi del primo novecento e l’amianto è risultato uno tra i più micidiali cancerogeni del pianeta.

Liberi dall’amianto si può e si deve anche in tempi di pandemia da covid 19. E’ necessario approfittare dell’emergenza in atto, per accelerare i tempi di bonifica degli edifici scolastici dall’amianto, atteso e considerato che sono stati stanziati  385 milioni di euro destinati ad interventi di bonifica che le regioni dovranno realizzare entro il 2025 negli edifici pubblici, attraverso il piano operativo ambiente approvato dal Cipe nel 2016”.

La necessità di bonifica dall’amianto nelle scuole

In allegato, trovare anche la missiva inviata al Comando Generale della Guardia di Finanza, “affinché trasmettano la documentazione comprovante la mia ultradecennale esposizione all’amianto per il riconoscimento dei benefici di cui all’art. 13, comma 7 della L. 257/92” prosegue Dal Cin, che aggiunge “Significativa la risposta dell’Amministrazione dello Stato proprio nel giorno della ricorrenza delle vittime dell’amianto, atteso e considerato che in passato i militari hanno incontrato difficoltà a farsi certificare l’avvenuta esposizione al micidiale cancerogeno.

Saluto cordialmente l’avv. Bonanni che mi legge per doverosa conoscenza.

Rappresento che nessuna associazione ha evidenziato l’importanza di sfruttare la chiusura delle scuole per attuare le bonifiche, atteso e considerato che sono stati stanziati  385 milioni di euro destinati ad interventi di bonifica che le regioni dovranno realizzare entro il 2025 negli edifici pubblici, attraverso il piano operativo ambiente approvato dal Cipe nel 2016.

Ritengo importante ribadirlo fortemente”.

Grazie

Attendo un Vostro riscontro.

Un caro saluto

Antonio Dal Cin

Il commento dell’avvocato Ezio Bonanni sulla pandemia

L’avv. Ezio Bonanni, presidente ONA ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Gli ultimi accadimenti che stiamo vivendo a causa della pandemia da COVID-19, hanno distolto l’attenzione da quella che è un’altra piaga dell’umanità, ovvero la strage di amianto. Ma l’emergenza coronavirus non ha rappresentato e non rappresenterà un ostacolo all’operato dell’ONA accanto alle vittime amianto e di altri cancerogeni. Dobbiamo continuare a lottare contro la fibra killer nonostante il nostro Paese stia attraversando un momento storico così difficile. 

In virtù della giornata in memoria delle vittime amianto rivolgo un pensiero di vicinanza a tutti coloro deceduti per le patologie asbesto correlate, ai loro familiari e a tutti coloro che vivono in condizioni di salute destabilizzanti a causa di questo killer silenzioso.”

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