Amianto Covid-19 economia e lavoro.
Infatti, il Covid-19 ricorda molto le fibre cancerogene dell’asbesto.
Il cancerogeno e il virus del terzo millennio. Il loro impatto sull’economia, oltre che sulla salute. L’ONA -Osservatorio Nazionale Amianto APS- ha affrontato il tema del loro impatto sull’economia nella dodicesima puntata di ONA TV.
Covid-19 e amianto: quali conseguenze sull’economia?
Nel corso della dodicesima puntata di ONA TV, condotta dal Dott. Massimo Maria Amorosini, giornalista e conduttore televisivo, il tema è stato affrontato in modo interdisciplinare.
Ospiti in studio: – Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA; – Gaetano Fausto Esposito, Segretario generale dell’Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero e docente di Economia Politica all’Universitas Mercatorum; – Franco Colombo, Presidente FILASC; – Giuseppe Pellacani, professore diritto del lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
Covid-19: aumento dei decessi tra le vittime dell’amianto
Il conduttore, Dott. Massimo Maria Amorosini, ha richiamato il dato emerso dagli studi dell’Istituto Superiore di Sanità sulla maggiore incidenza dei decessi da Covid-19, tra i soggetti deboli. In particolare anche tra le vittime dell’amianto, ovvero tra coloro che sono affetti da malattie asbesto correlate. Infatti le fibre di amianto indeboliscono la funzione respiratoria e colpiscono gli stessi organi del Covid-19.
L’economia, purtroppo, si è basata su un profitto solo finanziario, e non produttivo, e ha leso l’ambiente. Questo ha comportato un cortocircuito di cui il Covid-19 è solo uno dei tanti esempi. Tanto è vero che tale emergenza era stata già anticipata dall’insorgenza delle patologie asbesto correlate.
Infatti, il profitto, se prevale sulla salute e sull’ambiente, come è successo in Cina, provoca danni irreparabili. In più, questi cancerogeni, tra i quali l’amianto, che provoca molti tipi di cancro (ultima monografia IARC), hanno effetti a lungo termine. Inoltre, chi vi è stato esposto patisce il danno morale dell’attesa della malattia, che si trasforma in psicopatologia.
Quindi, un sistema economico che si fondi sulla ricerca del profitto di pochi, a scapito dell’ambiente, non può essere condiviso, e ha delle pesanti ricadute. Questo è dimostrato anche con la vicenda Covid-19.
L’avv. Ezio Bonanni ha ribadito che è necessaria la bonifica e la messa in sicurezza di tutti i siti, e della tutela dell’ambiente. In più, sempre rispondendo al conduttore, ha rimarcato che il Ministero della Salute ha omesso di stabilire dei protocolli di tutela Covid per gli esposti all’amianto.
Quest’ultima era stata una richiesta specifica dell’ONA e dell’avv. Ezio Bonanni, che è rimasta inevasa, e che è rimessa sul tappeto.
Solo con la prevenzione primaria è possibile scongiurare disastri anche di natura economica. Infatti il profitto in danno dell’ambiente, si trasforma nel disastro per tutti.
I costi dell’inquinamento e del Covid-19
Il costo del Covid-19 è economico, oltre che in vite umane. Tuttavia non può essere nascosto che tale risultato sia la conseguenza di un disastro ambientale.
E’ stata proprio la politica cinese, di scarsa attenzione per la salute, a provocare questo disastro del Covid-19. In Italia, abbiamo la vicenda dell’ILVA che è paradigmatica. Infatti, il solo costo sanitario delle neoplasie e delle altre malattie, provocate dall’inquinamento dell’ILVA, è pari a 4.000.000.000 di euro.
I costi umani sono inaccettabili.
Per tali motivi è fondamentale che l’intervento pubblico nell’economia sia quello di stabilire delle regole chiare. Prima di tutto tutelare la salute e l’ambiente.
La stessa modulazione fiscale deve rispecchiare questi standard.
Il Prof. Gaetano Fausto Esposito e il suo Lockdown/Upside down
Il Dott. Massimo Maria Amorosini si è chiesto quale futuro per l’economia, e cioè quale ripartenza?
Questa domanda è stata posta al Prof. Gaetano Fausto Esposito. Questi, infatti, ha pubblicato ‘Lockdown/Upside down – società ed economie globali in ripartenza’.
Questo economista ha sfatato il mito della imprevedibilità del Covid-19. Infatti ha ribadito che questa pandemia e i suoi effetti economici sono il risultato di un preciso modello di sviluppo economico. Infatti, dagli anni ’80, la produttività è stata declinata in termini solo finanziari, e a prescindere dall’ambiente.
Così è stato eroso proprio il concetto di fiducia ed è stato consumato l’ambiente, e queste sono le basi dell’attuale pandemia.
Il privilegio della finanza sulla capacità produttiva, e il profitto sfrenato sull’ambiente, hanno creato questo cortocircuito.
Nulla sarà come prima, dopo questa pandemia.
La stessa organizzazione della sanità pubblica deve rispondere alle esigenze di tutela della salute collettiva. Invece negli ultimi decenni, anche alla sanità si è applicato il criterio di economicità. Ovvero si è privilegiata la gestione economico/patrimoniale, rispetto alle esigenze di carattere generale.
In Italia è stato diminuito il numero dei sanitari e smantellata la medicina territoriale, e questo ha inciso anche sul più elevato numero di casi di decesso.
Quindi il cigno nero, più che la pandemia, rappresenta il risultato della pandemia sull’economia. In buona sostanza la crisi è anche sanitaria e ambientale, e per di più prevedibile. Infatti è il risultato di una economia globalizzata, che ha portato a questo risultato.
Secondo l’economista, il fatto stesso che gli Stati Uniti abbiano ripudiato l’accordo di Parigi sull’abbattimento delle immissioni, ha riportato la Cina nella centralità. Infatti, in precedenza, questo Stato era stato posto all’angolo, perchè eccessivamente inquinante.
Dott. Franco Colombo e le esigenze degli imprenditori
Il conduttore, Dott. Massimo Maria Amorosini ha chiesto all’altro ospite, il Dott. Franco Colombo, quali fossero gli strumenti per la ripartenza. La domanda è posta nell’ottica di chi, come Colombo, è il Presidente della Filasc.
Questi è intervenuto annunciando subito la bonifica e messa in sicurezza dei locali dell’azienda pubblica di cui è Presidente, ormai amianto free.
Anche Colombo si è dimostrato d’accordo sul fatto che non si può fare economia distruggendo l’ambiente. Il buon imprenditore è colui che, rispetta le regole e tutela l’ambiente e la salute dei suoi dipendenti.
Questo tema è caro a Colombo, poichè le imprese che rappresenta sono piccole, o piccolissime imprese. Raramente imprese medie. Questo è infatti il tessuto imprenditoriale italiano, che patisce la burocrazia e l’eccessiva quantità di norme.
Secondo Colombo, fare impresa significa partire dalla salute e dall’ambiente, evitando finanziamenti a pioggia. In particolare del sistema pubblico, che in molti casi ha privilegiato imprese decotte. Il caso dell’ILVA è significativo.
Sia la leva fiscale che la finanza dovrebbero premiare i buoni imprenditori, anche piccoli e medi. Questi ogni giorno combattono insieme con i loro dipendenti e costituiscono la vera ossatura produttiva della Nazione.
Per questo motivo il Presidente F. Colombo, ha ribadito l’esigenza di razionale utilizzo delle risorse pubbliche, nella formazione professionale. Quest’ultima è molto importante per il futuro dei giovani, in particolare quella sul settore digitale. La stessa Giustizia dovrebbe essere amministrata privilegiando la digitalizzazione.
Il Prof. Giuseppe Pellacani: le conseguenze sul mondo del lavoro
Tra gli ospiti anche il Prof. Giuseppe Pellacani. Questi ha ribadito che sulla base dell’attuale organizzazione, le conseguenze potrebbero essere disastrose.
In particolare, dopo il 31.03.2021, quando verrà meno il blocco dei licenziamenti. In questo modo, solo con la cassaintegrazione, e il blocco dei licenziamenti, non è possibile le conseguenze della pandemia sul mondo del lavoro.
E’ quindi fondamentale lo sviluppo della digitalizzazione e la formazione professionale. Solo in questo modo si può garantire il progresso e allo stesso modo il lavoro.
Covid-19 e un nuovo sistema di ammortizzatori sociali
Sulla base della più recente normativa, e in particolare del c.d. reddito di cittadinanza, si pongono delle esigenze ulteriori. In particolare i giovani debbono ricevere un’adeguata formazione professionale. Solo così chi gode del reddito di cittadinanza può entrare nel mondo del lavoro, o farvi ritorno.
La normativa sui licenziamenti, anche in seguito a numerose riforme, si è affastellata in tanti sistemi diversi di regolamentazione. Gli stessi contratti a termine hanno subito molte modifiche nella regolamentazione delle tutele.
L’emergenza Covid-19 impone quindi nuove regole, anche per il mondo del lavoro, che necessitano di competenza. Quest’ultima anche per coloro che sono incaricati di gestire la cosa pubblica.
La gestione della pandemia e dei suoi effetti sul mondo del lavoro, non può essere circoscritta al divieto di licenziamento, e con la cassaintegrazione.
Infatti, è prevista la perdita del lavoro di non meno di 500.000 persone già per il primo di aprile. Inoltre, almeno 840.000 persone hanno perso il lavoro per il mancato rinnovo dei contratti a termine.
Con la digitalizzazione e la formazione professionale, e con l’utilizzo in modo saggio delle risorse europee, l’economia potrebbe ripartire. Anche perchè ora c’è il vaccino Covid-19. Con quest’ultimo si potrebbe sconfiggere il virus.
Tuttavia non occorre abbassare la guardia sull’utilizzo delle risorse europee.
Quali sono i settori in cui l’economia può essere rilanciata?
Secono il Prof. Esposito, il settore potrebbe essere quello del commercio con l’estero. Infatti il made in Italy, e quindi l’esportazione, era fondamentale già prima della pandemia, e lo potrà essere molto di più. Quindi lo potrà essere per la ripartenza.
Ciò perchè siamo un’economia manifatturiera. In particolare nella manifattura meccanica, molto apprezzata in Europa. Ora che la Cina è lontana, anche per la questione Covid, la filiera si è accorciata. Quindi ciò potrebbe favorire le nostre esportazioni nella manifattura meccanica.
Questo è molto importante per la ripartenza dell’economia.