Una proposta di legge sugli incentivi fiscali amianto
La conferenza stampa promossa dall’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA, tenutasi alla Sala del Carroccio (Piazza del Campidoglio – Roma) ha messo in evidenza la necessità di incentivi fiscali amianto.
L’iniziativa è stata moderata da Benedetta Rinaldi, giornalista e conduttrice di Uno Mattina, sul tema “Amianto: come fermare la strage”. Sono intervenuti:
- Ezio Bonanni, Avvocato cassazionista e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto;
- Nicola Forte, Dottore commercialista, pubblicista;
- altri importanti relatori.
I minerali di amianto: cancerogeni completi
Nel corso della conferenza, è stato richiamato il contenuto dell’ultima monografia IARC. L’Italia è stato il maggiore produttore e utilizzatore di amianto, un killer silenzioso che uccide anche a basse dosi e dopo decenni.
Secondo stime OMS, ogni anno questa fibra killer provoca nel mondo più di 100.000 decessi. Sono morti dovute a mesotelioma, cancro polmonare e asbestosi, causate da esposizioni professionali. A queste occorre aggiungere quelle per le altre patologie riconosciute. Il cancro dell’apparato gastrointestinale e il cancro delle ovaie spesso sono dovuti anche ad esposizioni extraprofessionali.
Rischio amianto nei luoghi di vita e di lavoro
In Italia, fino all’entrata in vigore della legge 257/1992, si lavorarono 3.748.550 tonnellate di amianto. Esse miscelate con altri prodotti, hanno determinato la presenza del minerale killer in tutti luoghi di vita e di lavoro.
Basta calcolare che, a tutt’oggi, nel nostro Paese, in assenza di una bonifica efficace, vi siano circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Per cui permangono le condizioni per la prosecuzione delle esposizioni anche dopo la messa al bando della lavorazione del minerale.
Incentivi fiscali amianto per contrastare la strage
L’amianto è stato utilizzato massicciamente nella produzione industriale con scarsa attenzione per la sicurezza. Ciò ha determinato l’esposizione professionale intensa e prolungata a polveri e fibre di amianto di più di 3 milioni di lavoratori.
Allo stesso modo, questa condizione ha determinato anche un’esposizione ambientale che coinvolge tutti i cittadini. Questa situazione ha causato un’epidemia di patologie asbesto correlate, il cui picco è previsto per il 2025.
“Seimila decessi nel 2016, 10.000 nuovi casi diagnosticati. 54.000 da qui al 2025, anno in cui ci sarà il picco. 100.000 decessi nei prossimi 120 anni, solo in Italia e le stime sono prudenziali. È inaccettabile il sacrificio di tante vite umane, che possiamo salvare. Chiediamo uno scatto di reni da parte delle istituzioni”, dichiara l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
Il Prof. Tito Boeri, presidente dell’INPS, ha stimato che la bonifica dei materiali contenenti amianto verrà portata a termine nei prossimi 85 anni. Intanto, le esposizioni proseguiranno e con esse si verificheranno nuovi casi di patologie asbesto correlate.
Nel complesso bisogna tener conto dei tempi di latenza. Per lo stesso motivo, queste patologie sarebbero diagnosticate nei prossimi 120 anni.
Quanto costa contrarre una patologia asbesto correlata?
Per questa ragione il sistema italiano di gestione delle politiche sociali rischia il collasso. Difatti, ad oggi il costo sociale medio di un paziente oncologico per l’unità di riferimento è di 41.000 euro ogni anno.
A questi costi si aggiungono quelli di un farmaco di nuova generazione arrivando ad oltre 100.000 euro l’anno. È una cifra insostenibile sia per il singolo malato che per la sua famiglia, ma anche per il Sistema sanitario Nazionale che dovrebbe affrontare una spesa complessiva stimata in 400 milioni di euro annui.
Considerando il fatto che si aggiungono ulteriori spese per prestazioni previdenziali ed assistenziali si raggiunge così un totale di 48 miliardi nei prossimi 120 anni. Ciò vuol dire circa 5 miliardi per i prossimi dieci anni.
Necessaria l’attuazione di incentivi fiscali amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto, partendo dalla considerazione della dimensione di questi dati, è convinto che il problema, per la sua entità, deve essere affrontato e superato con strumenti tecnico normativi ed economico finanziari.
Strumenti devono permettere la bonifica definitiva dei materiali contenenti amianto agli imprenditori, ai privati e ai cittadini tutti. Nel complesso si tratta di incentivi fiscali amianto.
Nasce da questa considerazione la proposta di legge che verrà presentata e che prevede un credito di imposta per la bonifica e per la messa in sicurezza pari al 50% della spesa nel caso dei produttori di reddito di impresa e una detrazione del 75% nel caso dei privati.
Lo Stato eviterebbe un esborso di diverse decine di miliardi di euro, a carico della sanità pubblica, dell’INAIL e dell’INPS che potrebbero arrivare al collasso. Allo stesso modo si andrebbero a tamponare anche emergenze ambientali presenti nel nostro territorio (l’ILVA di Taranto, il petrolchimico di Siracusa, il porto di Trieste e la Maddalena).
Nel contempo verrebbero messe in moto risorse economiche in grado di dare una accelerata ai consumi interni con conseguenze positive sul fronte dell’occupazione e della congiuntura economica.
La parola va al Dott. Nicola Forte
Per Nicola Forte, Dottore Commercialista:
“la proposta di legge si fonda sull’utilizzo della leva fiscale per incentivare i numerosi e, attualmente troppo costosi, interventi di bonifica dell’amianto e smaltimento del materiale cancerogeno, attraverso un riconoscimento di un credito di imposta alle imprese e di detrazione per i privati.
Anche per quest’ultimi il problema amianto è molto sentito e, nonostante esistano già delle riduzioni, queste non risultano sufficienti rispetto alla gravità del fenomeno.
L’importo massimo previsto su cui calcolare la detrazione, sia pure limitatamente al quinquennio 2018 – 2022, dovrebbe aumentare da 96.000 a 120.000 euro, con una detrazione pari al 75%.
Inoltre il contribuente potrà scegliere come utilizzare con maggiore efficacia il beneficio suddividendo la spesa detraibile in un numero variabile di rate da 5 a 10.
Per quanto riguarda le imprese sarà previsto un beneficio maggiore, relativo non solo all’anno in corso, ma valido anche per il futuro, che prevede un credito di imposta pari al 50% delle spese di bonifica con un massimale di spese di 2.000.000 €, da suddividere in 3 quote di pari importo”.