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venerdì, Febbraio 14, 2025

Rischio amianto nell’acqua potabile

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Amianto: cocktail di fibre nell’acqua potabile

Amianto acqua potabile: questi minerali fibrosi  sono lesivi per la salute umana. Così lo sono anche per ingestione. Infatti, queste fibre provocano prima di tutto infiammazione e poi neoplasie.

La presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile, che esce dai rubinetti delle nostre case, provoca dei danni alla salute. Infatti, per tanto tempo, la presenza di amianto nelle tubature dell’acqua è stato trascurato.

Solo recentemente, grazie all’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Avv. Ezio Bonanni, questa condizione di rischio è stata rimarcata, e peraltro confermata anche dallo IARC (International Agency for Research on Cancer di Lione).

Infatti l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’amianto tra  i cancerogeni del gruppo 1,  il che equivale a sicura cancerogenicità nei confronti dell’uomo.

La pericolosità delle fibre di amianto nell’acqua potabile

Le fibre di amianto sono dannose per la salute anche se ingerite, fermo restando che la loro presenza nell’acqua non esclude l’aerodispersione. Infatti l’evaporazione, anche per effetto dell’uso antropico, determina l’aerodispersione delle fibre.

Nella XVII^ puntata di ONA TV, la televisione dell’Osservatorio Nazionale Amianto, condotta dal Dott. Massimo Maria Amorosini, giornalista e conduttore televisivo, sono stati ospiti in studio:

  • Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA;
  • Grazia Canuto, esperta di problematiche ambientali;
  • Aldo Traccheggiani, medico e segretario regionale di Umbria Cambiamo.

Amianto acqua potabile

Il problema amianto in Italia è stato più volte affrontato anche con riferimento alle tubature dell’acqua con presenza di amianto. Già nel 2010/2011, l’ONA ha segnalato il rischio amianto legato alle tubature in cemento amianto.

In particolare nei casi di terremoto (e conseguente sciame sismico), che provocano quantomeno la fessurazione e quindi la dispersione delle fibre dell’acqua potabile.

Amianto nell’acqua potabile: le contraddizioni dell’OMS

Se è pur vero che inizialmente l’OMS nelle c.d. “Linee guida per la qualità dell’acqua potabile” (1994) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva escluso il rischio, assumendo che non esistesse la prova del danno, successivamente questa tesi è stata rivista.

Infatti la direttiva 98/83/CE, non ha considerato l’amianto nell’acqua tra i parametri da controllare, tanto che non ne ha fissato i limiti.

Così con il D.L.vo 31/2001 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano), si ignora completamente il rischio amianto.

Mentre nella legislazione degli Stati Uniti era stato già stabilito l’obbligo di controllo della presenza di amianto nell’acqua potabile e di valutare il rischio di inalazione per evaporazione.

In quest’ottica è stato previsto un limite di 7 milioni di fibre/litro nell’acqua potabile (fonte Epa. Environmental Protection Agency).

Il Safe Drinking Water Committee della National Academy of Sciences degli U.S.A. ha confermato che la presenza di fibre nelle acque potabili costituisce una fonte di rischio.

La National Academy of Sciences degli U.S.A. ha stabilito che ogni 100.000 abitanti che hanno ingerito acqua contaminata da fibre di amianto, per oltre 70 anni, vi è un rischio di insorgenza di tumore allo stomaco, nella misura di 1 su 100.000.

Le fibre di amianto e la contaminazione dell’acqua potabile

La contaminazione dell’acqua potabile con fibre di amianto si verifica proprio in caso di terremoto, anche quando ci sono microscosse, ovvero microterremoti.

Infatti, con gli eventi sismici, compresi gli sciami successivi, le tubature in amianto e cemento amianto e le strutture stesse degli acquedotti, comprese le vasche di raccolta, danno rilascio di fibre, per effetto dell’utilizzo di amianto e dei materiali che lo contengono.

Infatti le microfratture, specialmente quando l’acqua ha una composizione chimica aggressiva, ovvero quando vi è uno stato di vetustà e di pessima conservazione, e a maggior ragione per effetto di continue manutenzioni, si determina quella diminuzione della capacità aggrappante del cemento e quindi il rilascio delle fibre.

In Italia ci sono almeno 125.000 km di tubature con amianto e cemento amianto, che perciò stesso determinano questa condizione di rischio, denunciata dall’ONA.

Come si verifica la presenza di amianto nelle acque, tra cui quelle potabili?

Si deve procedere con il microscopio elettronico a scansione (SEM) o con microscopia ottica a contrasto di fase (MOCF).

Il tutto è regolato dal Decreto del Ministero della Sanità del 6 settembre 1994, ed è in questo modo che è possibile verificare l’indice e l’entità delle fibre di amianto in Italia.

Quindi, eseguito il campionamento con l’utilizzo di una bottiglia di vetro nuova, da 1 litro, sterile, si esegue la filtrazione di aliquote di 200 mL di acqua su filtri in policarbonato. Così, è possibile quantificare il livello di contaminazione con l’analisi con SEM o MOCF.

L’elevato numero di canti gastrointestinali campanello d’allarme

Ai casi di mortalità per queste tre patologie asbesto correlate debbono essere aggiunti tutti gli altri casi e gli altri decessi:

  • per altre neoplasie asbesto correlate non ancora indicate nella monografia Iarc;
  • esposizione ambientale;
  • le decine di migliaia di malattie asbesto correlate, tutte invalidanti;
  • i mesoteliomi, tumore dei polmoni ed asbestosi, che non sono censiti specialmente in quei paesi che fanno ancora largo uso del minerale, tra i quali gli “stati canaglia” (Cina, Unione Sovietica, India).

 

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