Rifiuti pericolosi: cosa sono e problemi di smaltimento

Quello dello smaltimento dei rifiuti pericolosi è un problema annoso che riguarda l’ambiente e la salute. Specialmente in Italia e in alcune regioni rappresenta una questione spinosa che provoca danni ingenti e inquantificabili.

In questa guida scopriamo tutto sui rifiuti pericolosi, su come sono classificati secondo la normativa vigente e come devono essere smaltiti. Scopriamo anche i principali problemi legati allo smaltimento e ai traffici di rifiuti delle ecomafie.

Quello delle ecomafie è un business miliardario che riguarda soprattutto il traffico illecito dei rifiuti. Trattiamo anche il tema dei danni ambientali da amianto, una tematica cara all’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e all’Avvocato Bonanni, che da decenni si occupano di lotta all’amianto e di prevenzione del rischio a 360°. Tutelano le vittime anche grazie il servizio di consulenza gratuita medica e legale.

Consulenza ONA rifiuti pericolosi

INDICE

Definizione
Elenco degli scarti pericolosi
Sostanze che rendono i rifiuti pericolosi
Codice CER
Smaltimento dei rifiuti pericolosi
Smaltimento amianto
Le ecomafie in Italia

Tempo stimato di lettura: 10 minuti

I rifiuti pericolosi: la definizione

In base alle direttive del Ministero dell’Ambiente, oggi Ministero della Transizione Ecologica, i rifiuti vengono classificati in due macro-categorie:

  • rifiuti urbani (prodotti a livello civile, nei negozi commerciali e nelle abitazioni)
  • speciali (prodotti dalle industrie e al di fuori dall’ambito domestico)

In entrambe queste categorie possono essere prodotti rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. I rifiuti pericolosi urbani sono quei rifiuti che, pur prodotti a livello civile, contengono sostanze pericolose, come ad esempio i medicinali scaduti o le pile. I rifiuti speciali pericolosi, invece, comprendono oli esauriti, rifiuti derivanti dalla produzione conciaria e tessile, dalla raffinazione del petrolio, dalla ricerca medica e veterinaria, dalla medicina nucleare.

Quali sono i rifiuti pericolosi e come si smaltiscono?

Come si determina la pericolosità di un rifiuto? Se al suo interno sono presenti sostanze pericolose che possono arrecare danno all’ambiente e alla salute umana parliamo di rifiuti pericolosi. Il Regolamento 1357/2014 classifica le sostanze pericolose e detta la normativa per lo smaltimento rifiuti pericolosi e la loro individuazione.

Questi rifiuti devono essere adeguatamente etichettati. Quando vengono spediti per il trasporto l’etichettatura deve essere integrata con i marchi richiesti dal regolamento per il trasporto di merci pericolose via strada ADR. L’etichetta rifiuti pericolosi è una R in maiuscolo nera su fondo giallo.

Elenco dei rifiuti pericolosi secondo la legge

Facciamo un elenco dei rifiuti speciali pericolosi. Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, parte IV, allegato D riporta la classificazione dei rifiuti pericolosi e un elenco dei principali rifiuti pericolosi:

  • gli scarti della raffinazione del petrolio;
  • scarti dei processi chimici industriali;
  • gli scarti dell’industria metallurgica;
  • gli scarti che provengono da apparecchiature elettriche ed elettroniche;
  • i solventi;
  • gli oli esausti;
  • batterie e accumulatori;
  • rifiuti degli impianti di trattamento delle acque reflue;
  • rifiuti dell’industria fotografica (soluzioni di sviluppo e attivanti a base di acqua o di solventi; soluzioni fissative e di sbianca-fissaggio);
  • i rifiuti delle attività medica e veterinaria;
  • rifiuti della produzione conciaria e tessile;
  • i rifiuti dell’industria cosmetica (detergenti, trucchi);
  • pitture e vernici di scarto;
  • scarti di inchiostro;
  • rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose;
  • esplosivi di scarto (munizioni, fuochi d’artificio).

Sostanze che rendono i rifiuti pericolosi

I rifiuti sono classificati come materiali pericolosi in base alle caratteristiche che li rendono nocivi per la salute umana e per l’ambiente. Qui di seguito elenchiamo tutte le sostanze classificate come tossiche e pericolose che, se contenute all’interno dei rifiuti, li rendono rifiuti pericolosi:

  • esplosivi;
  • comburenti (a contatto con altre sostanze, presentano una forte reazione esotermica, con sviluppo di forte calore);
  • sostanze facilmente infiammabili e infiammabili;
  • irritanti;
  • nocivi (per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono comportare rischi per la salute di limitata entità);
  • tossici (rischi per la salute gravi, acuti o cronici e anche la morte);
  • cancerogeni;
  • corrosivi;
  • infettivi;
  • mutageni (sostanze e preparati che possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne l’incidenza);
  • rifiuti che, a contatto con l’acqua, l’aria o un acido, sprigionano un gas tossico;
  • sensibilizzanti (una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effetti dannosi caratteristici);
  • ecotossici (rifiuti che presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali;
  • rifiuti che, una volta smaltiti, danno origine a sostanze che hanno una o più delle caratteristiche elencate.

Codice CER: classificazione rifiuti

Il codice C.E.R (Codice Europeo Rifiuti) è il principale strumento di classificazione dei rifiuti. Il CER è composto da 6 cifre: la prima coppia ne definisce la provenienza, la seconda coppia il processo dell’attività generatrice e la terza ed ultima coppia il tipo di rifiuto generato.

I codici CER dei rifiuti pericolosi sono seguiti da un * dopo l’ultima coppia rappresentante il rifiuto generato. Questo li distingue dai codici dei rifiuti non pericolosi.

Esempio di un codice CER rifiuti pericolosi

Come esempio di codici CER pericolosi, prendiamo in esame il codice CER 15 01 11* che è così composto:

La prima coppia (XX), definita Classe, identifica il settore di attività da cui deriva il rifiuto;
15 – RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, ASSORBENTI, STRACCI, MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI (NON SPECIFICATI ALTRIMENTI);
La seconda coppia (YY), definita Sottoclasse, identifica il processo produttivo di provenienza del rifiuto;
01 – IMBALLAGGI (COMPRESI I RIFIUTI URBANI DI IMBALLAGGIO OGGETTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA);
La terza coppia (ZZ), definita Categoria, indica il nome o la descrizione del rifiuto (categoria rifiuti pericolosi).
11 – IMBALLAGGI METALLICI CONTENENTI MATRICI SOLIDE POROSE PERICOLOSE (AD ESEMPIO AMIANTO), COMPRESI I CONTENITORI A PRESSIONE VUOTI.

Tutte le etichette rifiuti pericolosi (quelli con codice CER seguito da *) riportano una R nera su sfondo giallo.

Qui trovate un elenco di codici CER che individua la lista completa dei codici di rifiuti pericolosi.

Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi

La normativa sui rifiuti pericolosi in Italia è molto complessa. Essi non possono essere normalmente smaltiti nelle comuni discariche, ma devono essere gestiti in modo separato tramite operatori autorizzati.

I siti web dei Comuni, delle Regioni e delle aziende deputate alla raccolta possono indicarci a chi rivolgerci o quale struttura contattare nel caso di smaltimento di sostanze pericolose. Esistono infatti aziende autorizzate che si occupano della gestione dei rifiuti pericolosi secondo la normativa vigente, che prevede gestioni diverse a seconda del codice CER rifiuti pericolosi.

Il problema dello smaltimento amianto

Quello dell’amianto è un problema ambientale e di salute che causa tuttora esposizioni dannose e morti. Dopo la messa al bando dell’amianto con la Legge 257 del 1992 c’è stato un cogente ritardo nella bonifica. Nel nostro Paese ci sono ancora tonnellate di amianto diffuse su siti e micrositi contaminati che includono scuole e palestre, ospedali ed edifici privati. Denuncia questa situazione “Il libro bianco delle morti di amianto – Ed. 2021” dell’Avvocato Ezio Bonanni

L’amianto è un rifiuto pericoloso per via delle sue capacità cancerogene, come conferma l’ultima monografia dello IARC. Prevede tecniche di smaltimento normate dalla legge e svolte da ditte autorizzate.

Durante le pratiche di bonifica il rischio di esposizione è alto, specialmente per quanto riguarda la rimozione e conferimento in discarica, meno per quanto riguarda incapsulamento e confinamento. La rimozione dell’amianto però resta la tecnica più sicura e l’unica in grado di azzerare il rischio di esposizioni e la possibilità di contrarre malattie amianto correlate.

L’ONA, per incentivare la segnalazione di siti contaminati e così evitare l’esposizione e provvedere alla bonifica, ha ideato l’App Amianto.

Il business delle ecomafie in Italia

In Italia il business delle ecomafie è un business miliardario che tocca i 14 miliardi di euro (dati 2018 di Legambiente) con una lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale.

Tra le regioni più colpite da ecocrimini e da arresti e misure cautelari in questi anni figurano la Sardegna, con il numero più alto numero di contestazioni, la Sicilia, Lazio, Umbria, Calabria e Puglia. Il traffico illecito di rifiuti, il loro interramento e i roghi provocano gravi danni all’ambiente e alla salute.

Tra gli esseri viventi che popolano il nostro pianeta, l’uomo è l’unico animale che produce scarti che non si inseriscono nel ciclo biologico, ma che provocano gravi danni all’ambiente. C’è bisogno di una gestione opportuna dei rifiuti e di uno sforzo congiunto per diminuire la quantità di rifiuti prodotti, per un’economia incentrata sulla manutenzione piuttosto che sulla produzione.

Assistenza ONA e la tutela ambientale

L’azione dell’ONA è rivolta anche alla tutela dell’ambiente. Questo è l’unico modo per salvaguardare i cittadini e la salute, che troppo spesso vengono esposti inconsapevolmente ad agenti cancerogeni.

Inoltre la missione dell’associazione è tutelare tutte le vittime. Per questo mette a disposizione l’assistenza legale, attraverso il quale ottenere il riconoscimento di tutti i diritti spettanti per legge. In più vi è anche l’assistenza medica, che fornisce informazioni sulle terapie più innovative e permette la diagnosi precoce.

Per avere la propria consulenza gratuita basta chiamare il numero verde o compilare il form.

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