Dopo le alluvioni in Emilia Romagna, Toscana e Marche ora i cittadini devono affrontare un’altra emergenza. Quella dell’acqua contaminata. Da agenti chimici utilizzati nei campi o dai liquami fognari che si sono uniti all’acqua in piena. Una preoccupazione ulteriore che potrebbe creare altri disagi.
Acqua contaminata, Ausl: “Nessun allarme”
Per la Ausl della Romagna non c’è nessun allarme sanitario. Nello stesso comunicato, però, invita la popolazione a seguire tutta una serie di misure di prevenzione. Indicazioni e comportamenti sanitari che potrebbero ridurre i problemi.
Tetano e infezioni gastrointestinali i maggiori rischi
Il tetano potrebbe essere uno dei rischi maggiori. Si tratta di una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani per la quale c’è un vaccino apposito. La cosa fondamentale però è che sia valido, cioè con l’ultima dose di richiamo fatta entro gli ultimi 10 anni. In alcuni territori stanno organizzando vaccinazioni anche senza prenotazioni.
Non toccare il viso con le mani sporche di fango
Potrebbero anche manifestarsi infezioni gastrointestinali. I sintomi potrebbero essere vomito o diarrea, o entrambi. La Ausl invita a non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango. Ogni volta che è possibile è importante lavarsi con acqua e sapone.
I Comuni daranno poi indicazioni sulla possibilità o meno di utilizzare l’acqua corrente. La prudenza e il buon senso vanno sempre utilizzati. Per esempio, con l’impianto elettrico bagnato non si devono accendere né luce né gas, né elettrodomestici. Prima è necessario il controllo di personale qualificato.
Acqua contaminata, attenzione a muffe e spore
Le muffe e le spore che si creano con l’acqua e l’umidità sono pericolose per la salute. IL consiglio in questo caso è di aprire le finestre per permettere a pareti e pavimenti di asciugarsi. Bisogna mantenere una corretta ventilazione durante le pulizie. Se si lavora con superfici coperte da muffe bisogna coprirsi naso e bocca con un panno. O ancora meglio con una mascherina FFP2.
Per la rimozione del fango è bene indossare guanti e stivali, abbigliamento lavabile a 60 gradi o tute monouso. Se ci sono lesioni della cute (piccole ferite, escoriazioni o ustioni), proteggere ogni lesione, escoriazione, ferita da taglio con medicazioni impermeabili per evitare infezioni della pelle. I bambini non devono giocare con il fango o con l’acqua. Nel caso in cui succeda bisogna far loro una doccia e cambiargli i vestiti.
Come ripulire il disastro
I cittadini di Emilia Romagna, Marche e Toscana potranno detergere le superfici dure come muri e pavimenti con acqua calda e detergenti. Potranno trattare le superfici ruvide con una spazzola rigida proteggendo le vie respiratorie con le mascherine, per non respirare polveri. Dovranno poi portare fuori gli oggetti che sono rimasti in acqua per più di due giorni, finchè non si asciugheranno. La popolazione dovrà poi liberarsi dei materiali contaminati o ammuffiti e dei detriti che sono stati contaminati con liquami, acqua o fango. Gli oggetti di cellulosa, legno o fibre naturali che possono assorbire acqua e liquami, devono essere gettate. Possono infatti diventare terreno fertile per muffe pericolose per la salute, anche se non visibili.
L’ultimo avvertimento è quello di segnalare al Dipartimento di Sanità pubblica la presenza di eternit o amianto e carcasse di animali. Così come altre problematiche di tipo igienico sanitario.