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giovedì, Marzo 27, 2025

Alcol, bere poco cancella i rischi per la salute?

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“Non esiste livello sicuro di consumo (di alcol, ndr), dobbiamo dire che anche la prima goccia aumenta i rischi” per la salute. Le parole sono del direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità Europa, Hans Kluge. Le ha pronunciate qualche giorno fa, durante l’European health forum (Forum europeo sulla salute).

“Prima il no alcol alla guida e sotto i 18 anni”

Il messaggio è chiaro e per chi sta pensando che questa ipotesi non collida con quella che ci hanno sempre ripetuto – che un bicchiere di vino può fare bene – arriva un’altra conferma di Kluge. Ci dice, tra le righe, che non siamo ancora pronti, a livello prima economico e poi culturale, per accettarla. “Sono pragmatico, procediamo passo dopo passo – ha spiegato rispondendo a una domanda sulla etichettatura degli alcolici – prima il no alcol alla guida, poi quello sotto i 18 anni, poi le donne incinte e così via, fino a realizzare una società in cui le persone hanno gli strumenti per rimanere in salute“.

Il Parlamento europeo ha reintrodotto l’idea che un consumo moderato di alcol possa non essere nocivo. In realtà molto hanno influito i produttori di alcolici in particolare italiani. Il settore avrebbe subito un grave danno se nel Cancer Plan fosse rimasta l’affermazione che non esiste in livello sicuro associato alle bevande alcoliche. Il Parlamento europeo ha ritenuto, inoltre, più opportuno un messaggio in etichetta legato al consumo responsabile, rispetto a quelli più allarmistici sul rischio per la salute.

Questo nonostante l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) abbia classificato l’alcol come agente cancerogeno fin dal 1988. Diverse ricerche, inoltre, mostrerebbero un’associazione tra alcol e numerose forme tumorali.

Alcol, “meno è meglio”

Il ministero della Salute italiano ha sposato la tesi che “meno (alcol) è meglio”. Gli esperti spiegano, infatti, che nelle Linee guida per una sana alimentazione non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili. Questo perché potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici.

Zero alcol per le donne in gravidanza e per i minori

Le indicazioni italiane definiscono comunque a basso rischio – sempre tenendo presente che “meno è meglio” – 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini e 1 unità alcolica al giorno per le donne. E ancora 1 unità per le persone con più di 65 anni e zero unità di alcol sotto i 18 anni. Una unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro che equivale a un bicchiere di vino o ad una lattina di birra. Così come ad un aperitivo o a un bicchierino di superalcolico.

Naturalmente la modalità di assunzione delle bevande alcoliche è importante. La tradizione italiana, legata anche alla dieta mediterranea che tutti ci invidiano, abbina il bere un bicchiere di vino ai pasti, per gioire di un momento di convivialità, con il controllo della famiglia o della comunità.

Bere alcol per ubriacarsi

Invece, soprattutto tra i giovani, si sta diffondendo l’idea del “bere per ubriacarsi”, assolutamente pericolosa. È importato dai contesti nord-europei e si chiama “binge drinking”. Dannoso chiaramente per la salute, ancora di più se sono ragazzi molto giovani che lo mettono in pratica, ma anche “per i comportamenti a rischio che ne derivano in funzione dell’abbassamento della percezione del rischio che si sperimenta già a partire da 1-2 bicchieri consumati e che, progressivamente, porta all’intossicazione alcolica e può spingersi sino al coma etilico”.

Zero alcol per le donne in gravidanza

Il ministero della Salute ribadisce, questa volta senza soglie più o meno alte, due importanti limitazioni. Zero alcol per le donne in gravidanza e lo stesso per i bambini e i ragazzi minori di 18 anni. Non si deve mai bere, inoltre, quando poi ci si mette alla guida. Anche un solo bicchiere, infatti, altera la capacità di rispondere agli stimoli acustici, luminosi e spaziali. Il tempo di frenata raddoppia, si riduce il campo visivo, si ha una percezione distorta delle distanze e della velocità. L’incidente causato dall’alcol alla guida rappresenta la prima causa di morte tra i giovani in Italia.

Il vino non è un toccasana per il cuore

Secondo gli ultimi studi sembra non esserci un dosaggio sicuro nemmeno per il cuore. A spiegarlo sono i risultati di uno studio dell’Anglia Ruskin University e dell’University College di Londra pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition. La ricerca ha messo in discussione il metodo utilizzato da un precedente studio che asseriva come un bicchiere di vino fosse positivo per le arterie.

Lo studio contestato avrebbe accertato che chi non beve avrebbe un certo livello di rischio, più alto rispetto a chi consuma quantità modeste di alcol. Via via però che la quantità di alcol assunta ogni giorno aumenta, il rischio diventerebbe poi sempre più elevato.

Nella parte di analisi focalizzata su alcol e rischio cardiovascolare, i ricercatori avevano preso in esame circa 350.000 partecipanti. Di questi, 333.000 avevano dichiarato di consumare alcol, in quantità e frequenza varie, mentre quasi 22.000 avevano invece detto di non avere mai assunto bevande alcoliche nemmeno saltuariamente. Ai partecipanti era stato chiesto quanto alcol consumavano settimanalmente, e di che tipo. In base alle risposte le persone che avevano dichiarato di assumere meno di 14 unità alcoliche alla settimana sono state inserite nella categoria di consumo moderato.

Aumento del rischio cardiovascolare

Chi “non ha mai fatto uso di bevande alcoliche sembra avere un rischio cardiovascolare più alto” secondo questa ricerca sotto la lente degli esperti. I non bevitori inclusi nello studio risultavano però essere meno attivi fisicamente, con indice di massa corporea e pressione sanguigna più elevati. È probabile dunque che molti di loro non consumassero bevande alcoliche perché non erano in buone condizioni di salute. Questo avrebbe portato a sottostimare l’effetto dell’alcol o addirittura a vedervi un effetto protettivo per la salute.

Gli scienziati inglesi sono arrivati così alla conclusione che “l’alcol non ha nessun effetto protettivo sulla salute e anzi è associato a un aumento del rischio cardiovascolare anche quando si consumano 14 unità alcoliche o meno alla settimana”.

L’Ona – Osservatorio nazionale amianto lotta da anni contro uno dei cancerogeni più pericolosi, che causa il 78% dei tumori professionali in Europa: l’asbesto. L’associazione e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, lavorano per un mondo libero da cancerogeni e inquinanti, per contribuire alla tutela della salute sui luoghi di lavoro e per tutti i cittadini. La ricerca è fondamentale per l’Ona, per avere diagnosi precoci e sempre migliori cure. La prevenzione resta però l’obiettivo primario, nella lotta al cancro, come ad altre malattie.

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