Degrado Taranto e Ostia. Se la chiusura di due istituti scolastici a Taranto non è altro che la conferma di un insulto da diossina.
Ogni oltre limite per l’intera Città, per Roma, delle due l’una: si tratta di un maledetto ritardo amministrativo o siamo di fronte al fallimento del sistema.
Degrado a Ostia: la denuncia dell’ONA
In ogni caso si materializza un’apocalisse di lordure, buche, toppe mal messe, vegetazione impazzita, segnaletica scomparsa, interruzioni e deviazioni, insomma una “via dell’orrore”.
Infatti, al posto di quella che fu la prima autostrada d’Italia, la Via del Mare. Sì, giusto una ventina di chilometri di quasi rettilineo a fianco della ondivaga Ostiense.
Quindi, questa arteria decaduta da principale a secondario cordone ombelicale tra la madre Roma e il suo affaccio sul mare, la figlia Ostia.
Si tratta di protesi moderna di quella che fu la porta d’accesso via Tevere, sull’antica linea di costa.
Eppure, nonostante le avversità ingiustificabili, determinate da un palese abbandono o se preferite dalla rinuncia dei manutentori dei collegamenti urbani e consolari.
Quindi, il desiderio di raggiungere l’agognato traguardo azzurro è rimasto formidabile per la moltitudine di pendolari del tempo libero, che comunque trovano il coraggio di affrontare il disagio che si frappone al melanconico piacere, quello elementare e insostituibile, inesorabile di un tramonto sul mare di Ostia.
Taranto e il degrado e fabbriche della morte
Prima di pensare al degrado Taranto e Ostia, si deve far riferimento all’ILVA, piuttosto che alla Marina Militare.
Per questo motivo, l’ONA accomuna tutte le città Italiane per la necessità della bonifica e del decoro urbano.
Non solo minerali di amianto, ma anche altri inquinanti, per cui è necessario un progetto alternativo di vivibilità delle città e di tutela dell’ambiente.