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sabato, Maggio 4, 2024

28 aprile: Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto

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Il 28 aprile si celebra ogni anno la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto. Una giornata istituita per la commemorazione di tutti coloro che hanno perso la vita a seguito di patologie insorte per esposizione all’amianto. Un materiale considerato all’epoca miracoloso, ma che si è rivelato un killer silenzioso. Sono tanti, infatti, coloro che sono stati inconsapevolmente esposti a questa fibra cancerogena, che è stata largamente utilizzata negli anni passati per la sua elevata resistenza e incombustibilità.

Molte città, anche quest’anno, hanno messo in campo eventi ed iniziative pensate per commemorare la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto. Dal comune di Casale Monferrato, duramente colpito dell’asbesto nel corso della storia, fino alla città di Bologna e altre ancora. Verranno organizzati diversi eventi nei giorni che precederanno la celebrazione, con inaspettata partecipazione anche da parte della gioventù soprattutto a Casale Monferrato.  

Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto: l’impegno dell’ONA

Sono ormai trentadue anni che è stata approvata la L. 257/92. Eppure, la strage dell’amianto continua. “Non è sufficiente la Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto. Occorre bonificare, e quindi rimuovere, l’amianto. Solo in questo modo è possibile evitare altre esposizioni presenti e future e vincere la fibra killer“, così l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.

L’amianto – asbesto: il ‘big killer’ del terzo millennio

L’amianto è il big killer che ha ucciso e continua a uccidere più di 100mila persone ogni anno nel mondo, e la stima è per difetto. Lo ha chiarito, infatti, l’avv. Ezio Bonanni, impegnato nella tutela delle vittime dell’amianto, ormai da circa venticinque anni. Ha iniziato a tutelare le vittime dell’amianto del territorio pontino, l’avvocato pioniere della lotta contro l’amianto in Italia. Il suo impegno è ormai riconosciuto a livello internazionale. Fu il primo – o tra i primi – infatti, a sostenere la necessità della prevenzione primaria contro le soglie. Per molto – troppo – tempo, vi fu l’illusione che al di sotto del limite di soglia si potesse evitare il rischio di contrarre malattie asbesto correlate. Ma non è così. La realtà, tragica e drammatica, è sotto gli occhi di tutti.

A che punto è in Italia la bonifica dall’eternit?

Nonostante la messa in vigore della legge che ha messo al bando l’utilizzo e la commercializzazione dell’asbesto, purtroppo ancora oggi esistono siti contaminati. Il suo largo utilizzo, anche nella costruzione di edifici pubblici e abitazioni private, oltre che nei fabbricati industriali, ne ha rallentato la successiva bonifica. Ancora tutt’oggi, infatti, la rimozione e il conseguente smaltimento dell’amianto è in corso, anche in Italia. Certamente, la maggior parte degli edifici per la cui costruzione è stato utilizzato questo materiale è stata bonificata. Eppure, il lavoro da fare è ancora molto per debellare totalmente questo killer silenzioso.

In Italia ci sono ancora 40milioni di tonnellate di materiali in amianto e contenente amianto sparsi in un milione di siti e micrositi, e ancora non meno di 50mila siti industriali. Alla lista si aggiungono anche più di 2mila scuole, 500mila chilometri di tubature tenendo conto anche degli allacci, oltre mille biblioteche ed edifici culturali e almeno 500 ospedali. Tuttavia, per incentivare la rimozione e lo smaltimento di asbesto lo Stato da qualche anno ha messo anche a disposizione incentivi, accessibili al pubblico e al privato, che stanno contribuendo a una promozione delle opere di bonifica.

I nuovi limiti di soglia: la direttiva 2023/2668/UE

In Europa, le ragioni del mercato e del profitto avevano prevalso sulla salute, tutelata dall’art. 32 Cost., oltreché diritto inalienabile. Quindi, erano state introdotte delle soglie. Rispettivamente, 100 fibre/litro per quanto riguarda le attività produttive, e 2 fibre/litro per i locali al chiuso. Tuttavia, il fatto stesso che il 78% dei casi di malattia professionale in Europa fossero riconducibili all’esposizione ad amianto ha imposto maggiore attenzione. Per tali motivi, l’UE ha elaborato la nuova direttiva 2023/2668/UE, entrata in vigore il 20.12.2023.

Allo stesso modo, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 29.01.2024, 2° Serie Speciale, n. 8, pag. 98 e ss.. Quindi, l’art. 7 che modifica l’art. 8 della precedente direttiva. Così: “1. Fino al 20 dicembre del 2029 i datori di lavoro provvedono affinché nessun lavoratore sia esposto ad una concentrazione di amianto in sospensione nell’aria superiore a 0,01 ff/cc, misurata in rapporto a una ponderata nel tempo (TWA) di 8 ore”.

Le prospettive nella Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto

La prospettiva del 28 aprile 2024, Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto, non può essere quella puramente celebrativa. Come evidenziato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, è fondamentale che dalle parole si passi ai fatti. Nell’Agenda di Governo l’amianto deve essere collocato al primo posto. Sono necessari nuovi strumenti tecnico normativi, nuovi strumenti di tutela, azioni giudiziarie più celeri. Certamente, non è la sede giudiziaria la prospettiva della risoluzione del problema amianto.

Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto: bonifica

Perciò, poiché abbiamo ancora in Italia un numero abnorme di amianto e di materiali contenenti amianto, è necessario che si acceleri sulla bonifica. Ci sono alcune regioni che sono virtuose, come la Lombardia, che da sola bonifica più del 30% dell’amianto presente in Italia. Ma questo non basta. Come chiarito dell’Avv. Ezio Bonanni, è necessario: alleggerire la burocrazia, defiscalizzare l’IVA, proseguire con il credito d’imposta.

Così, per imprimere una accelerazione fondamentale nella bonifica amianto. Questo per evitare nuove esposizioni, specialmente perché l’amianto nel frattempo è divenuto tutto friabile. Perfino le onduline in eternit sono friabili, poiché nel tempo addirittura il cemento ha perso il suo potere di aggrappare le fibre.

Amianto
La potetente lesività dell’amianto: il problema sussiste

La dannosità dell’amianto risiede anche nel fatto che i sintomi delle patologie che derivano dall’esposizione a questa sostanza cancerogena sorgono a lungo termine, anche fino a 48 anni come nel caso del mesotelioma. Inoltre, non è detto che una lunga esposizione possa generare maggiori danni alla salute e all’ambiente rispetto a una minore esposizione all’amianto, in quanto sono diversi fattori a giocare un ruolo cruciale. Infatti, come evidenziato da studi scientifici non esiste una soglia limite al di sotto della quale l’amianto può considerarsi innocuo.

Amianto killer: mesotelioma e nuove ricerche

L’esposizione all’amianto potrebbe provocare l’insorgenza di patologie asbesto correlate. Tra queste la più aggressiva è senza dubbio il mesotelioma pleurico. Si tratta di una rara forma di tumore maligno che attacca il mesotelio, il tessuto che riveste i polmoni. La sintomatologia è difficile da identificare, in quanto è molto simile a quella delle patologie cardiovascolari. Per tale motivo, nella maggior parte dei casi la diagnosi avviene in uno stato già avanzato della malattia. In questo modo, spesso appare impossibile procedere con interventi chirurgici e garantire al paziente una migliore aspettativa di vita. Negli anni la ricerca è comunque riuscita a fare parecchi passi avanti.

A fronte dell’inefficacia riscontrata nella sola somministrazione di farmaci chemioterapici, infatti, si è proceduto alla ricerca di nuove cure alternative. Tra queste, si sono evidenziate come maggiormente efficaci l’immunoterapia e la pratica vaccinale. Tuttavia, non esiste ancora una cura definitiva per le patologie asbesto correlate, che mietono sempre più morti ogni anno non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Anche lo stesso intervento chirurgico, nei pochi casi in cui se ne affermi la fattibilità, potrebbe risultare non del tutto sufficiente per estirpare la malattia totalmente, considerando anche i numerosi disagi che questo potrebbe comportare.

Le patologie asbesto correlate lesive maggiormente per l’apparato respiratorio
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