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venerdì, Aprile 19, 2024

Proiettili uranio impoverito esercito

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I proiettili uranio impoverito Esercito e danni ai militari

Proiettili uranio impoverito Esercito sono un problema che ha riguardato le missioni in Kosovo e Bosnia. Qui i nostri militari sono stati esposti a radiazioni per l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito.

Il meccanismo risulta già descritto nell’articolo Proiettile uranio impoverito: la storia e la scheda tecnica“.

Sono ormai centinaia i nostri militari vittime delle esposizioni alle radiazioni ionizzanti alfa e beta dell’uranio impoverito. Le prime sono le più ionizzanti, con scarsa portata. Queste particelle alfa, penetrando nel corpo umano, provocano nei tessuti interni la distruzione delle cellule a contatto con le particelle.

Invece, quelle beta, hanno una pericolosità inferiore rispetto alle alfa. Poi ci sono le gamma. In ogni caso queste radiazioni provocano gravi danni alla salute e il linfoma di Hodkin. Questa neoplasia ha origine anche dalle esposizioni a radiazioni. Uno dei casi è quello di Lorenzo Motta. Poi tra i nostri militari, in missione, ci sono stati anche i vaccini contaminati.

L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Bonanni sono in prima linea per difendere le vittime di uranio impoverito e di ogni altro agente cancerogeno, come l’amianto. Grazie alla loro azione è possibile usufruire di un servizio di consulenza gratuita legale e medica.

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Indice

Tempo di lettura: 7 minuti

Proiettili uranio impoverito Esercito: Commissione

La Relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati ha confermato la condizione di rischio per i nostri militari dell’Esercito, in particolare per quelli inviati in missione in Kosovo e Bosnia.

Le risultanze della relazione sono decisive per la tutela dei diritti dei militari. L’Avv. Ezio Bonanni, durante l’audizione del 06.12.2017, è stato ascoltato dalla stessa Commissione Parlamentare d’Inchiesta.

Causa di servizio per proiettili uranio impoverito Esercito

I nostri militari, impiegati nelle missioni in Kosovo e Bosnia, che hanno subito danni biologici, hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio. In particolare ciò vale per coloro che sono stati esposti a radiazioni alfa, beta e gamma, o alla presenza di uranio. Ci riferiamo in modo particolare a proiettili all’uranio impoverito, utilizzati dall’esercito USA.

In questi casi, le vittime hanno diritto alla pensione privilegiata, all’equo indennizzo e al riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Infatti, le missioni, in tali condizioni di esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e con vaccini contaminati, danno questo diritto. Il tutto sulla base del concetto di equiparato alle vittime del dovere.

La storia del sergente maggiore Andrea Antonaci

Cari genitori, è il 180° giorno che sono a Sarajevo…”.

Il sergente maggiore Andrea Antonaci scrive a casa in una lettera datata 26 febbraio 1999. “Questi sei mesi mi hanno indebolito tanto”, riferisce il sottufficiale della 7^ Direzione Genio Militare di Firenze, in Bosnia.

Impiegato nell’operazione di peacekeeping, cioè volta al mantenimento della pace nei Balcani. Andrea rimane in zona operazioni dal 1° settembre 1998 al 28 febbraio del 1999.

Il suo reparto si sistema nella caserma Tito Barak. “La sera, dopo la lezione di inglese, torniamo al Parliament, un’ex caserma bosniaca, adattata ad alloggi per noi, americani, tedeschi, francesi, spagnoli, danesi, svedesi, inglesi”, scrive a casa il militare.

Andrea Antonaci e i suoi primi sintomi

È, questo, uno degli obiettivi più bombardati dalle forze alleate, Stati Uniti in testa, anche perché si trattava dell’Accademia Militare. Ed è proprio tra i militari delle forze alleate che alloggiano alla Tito Barak che si riscontra, poi, la più alta concentrazione di malattie e di decessi causati da linfomi.

Andrea comincia ad accusare colpi di tosse, senza capirne la causa. Al suo rientro a Firenze, marca visita ripetutamente ma nessun ufficiale medico mai esamina il suo stato di salute. Ha bisogno di cure immediate ma ci vogliono anche molti soldi.

C’è un presupposto fondamentale: se la patologia non rientra nelle cause di servizio, “il ministero della Difesa non può pagare ciò che è collaterale alle cure”. Quindi, viaggi, assistenza, alberghi, non sono rimborsati. “Qui comincia il calvario”, mi spiega Salvatore Antonaci, il papà.

Proiettili uranio impoverito Esercito a Sarajevo

Da civile Andrea fa il geometra ma si arruola perché gli piace la divisa. Finita la guerra, nell’ambito del “Programma europeo per la ricostruzione di Sarajevo”.

I comandi alleati richiedono specialisti italiani in teatro, come si dice. Il 3 luglio arriva l’ordine dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, agli inizi di agosto la squadra parte.

Direttore dei lavori è il capitano Martinelli, il maresciallo Marotta è il contabile della squadra, Andrea ha l’incarico di assistente di cantiere. Sarajevo è un ammasso di palazzi distrutti, come la facoltà di Diritto, dove Andrea segue i lavori di ricostruzione.

“Ci sono altoparlanti sparsi per la città – scrive Andrea -. Ogni giorno, dalle cinque e mezzo di mattina alle undici di sera ascoltiamo, per sei volte al giorno, le preghiere dei musulmani.

Qui posso progredire il mio inglese e conoscere le abitudini delle popolazioni locali. Nel Parliament c’è un bar, dove la sera si beve, si parla con i colleghi delle interforze, si balla e si fa casino”, continua il sergente maggiore ignaro del destino che l’aspetta.

La conferma della diagnosi di linfoma di Hodgkin

Al suo rientro a Firenze dove vive la sua fidanzata, i sanitari riscontrano il Linfoma di Hodgkin. Andrea si sottopone, sia alla chemioterapia sia radioterapia e al momento il cancro sembra debellato. I due giovani decidono di sposarsi.

Nel frattempo, però, muore Salvatore Vacca. È il 9 settembre del 1999. È la prima delle vittime della “Sindrome dei Balcani”.

La morte di Salvatore insospettisce Andrea, che si documenta e viene a conoscenza di altri militari colpiti dalla stessa patologia. Gli amici dell’interforze in Bosnia lo tengono informato via e-mail. Andrea, quindi, ha iniziato la sua battaglia.

La morte di Andrea e istituzione della Commissione Mandelli

Il 5 dicembre del 2000 si sottopone a una TAC. “Uscì di là che scoppiava dalla gioia che aveva superato, diciamo, questa malattia”, dice mamma Grazia. Il giorno seguente, invece, a causa di complicazioni ai bronchi lo mettono in isolamento. Una settimana dopo, è il 12 dicembre, il suo cuore cessa di battere.

La denuncia di Andrea in televisione non resta inascoltata e nei giorni successivi la sua morte, il Governo istituisce la commissione Mandelli, per verificare l’eventuale nesso tra le patologie di cui sono vittime i militari e l’Uranio Impoverito.

Il 3 novembre 2012 una sentenza del Tribunale civile di Roma stabilisce il nesso causale fra il linfoma di Hodgkin contratto da Andrea Antonaci e l’esposizione all’U235. Il Ministero della Difesa è condannato a pagare quasi un milione di euro ai familiari.

Uranio impoverito: che cosa indica?

L’uranio impoverito è un prodotto ricavato dal processo di arricchimento dell’uranio. Questo metallo si trova in piccole quantità nelle rocce, nel suolo e nell’acqua. È costituito da 3 isotopi radioattivi e, per questo motivo, il materiale è stato utilizzato come combustibile delle centrali nucleari e principale detonante delle armi.

Inoltre l’utilizzo dell’uranio in ambito militare è stato confermato anche dallo IARC nella sua monografia del 2012 (Radiation volume 100D – a review of human carcinogens). Infatti si legge testualmente:

“World stockpiles of depleted uranium are currently more than 1 million tonnes, with over 50.000 tonnes being added per year. Approximately 60.000 tonnes of enriched uranium is produced for nuclear fuel production purposes annually by facilities in the USA, Canada, France, the Russian Federation, and the United Kingdom. A total over 2.000 tonnes of highly enriched uranium are though to have been produced for military purposes”.

ONA news TV: puntata dedicata all’uranio impoverito

ONA news TV è la trasmissione istituita dall’ONA e dall’Avv. Ezio Bonanni per garantire un’informazione, formazione e una più ampia tutela delle vittime. Nel quarto episodio, argomento centrale è stato proprio l’uranio impoverito e la tutela delle vittime: “Uranio impoverito: la dura battaglia dei militari italiani“.

ONA News: Uranio impoverito

Consulenza gratuita per le vittime di uranio impoverito

Le vittime di uranio impoverito e i loro familiari possono ottenere giustizia. Grazie alla consulenza gratuita ONA è possibile avere l’assistenza medica e l’assistenza legale.

L’avvocato Ezio Bonanni ha anche appoggiato l’iniziativa del commissario dell’Osservatorio vittime del dovere di Taranto, Paola Santospirito, e del dottor Pierpaolo Capece. Nella città di Taranto è organizzato uno screening gratuito che permette la rilevazione di contaminanti e metalli pesanti all’interno dell’organismo, compreso l’uranio 238. Potranno partecipare i militari delle Forze armate, gli ex militari e ai loro familiari.

Per avere ulteriori informazioni e richiedere la consulenza gratuita si può chiamare il numero verde o compilare il form.

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